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Agriturismo in Toscana

Vacanze negli agriturismi in Toscana

L' agriturismo è stato una scelta intelligente della regione Toscana, che ha mirato a rivalutare la terra e le sue bellezze naturali ed artistiche, tanto che le zone del Chianti e del senese sono tra le più frequentate dai turisti italiani e stranieri. Molte aziende agricole offrono vacanze in agriturismo con la possibilità di praticare sport (equitazione, tennis, pesca, passeggiate), frequentare corsi di cucina, erboristeria, agricoltura, apicultura, artigianato e partecipare al lavoro dei campi.

Gli studi sull’agriturismo toscano indicano che il settore è notevolmente diversificato in funzione di numerosi fattori, spesso anche all’interno delle singole province come ad esempio :

  •  la variabilità ambientale. Tale variabilità dà luogo agli agriturismi di collina e di montagna, mentre l’agriturismo effettivamente di pianura in Toscana è praticamente inesistente, se si esclude l’agriturismo dei parchi litoranei.
  • le forme di turismo associabili all’agriturismo. Questo fattore determina la diversificazione tipologica forse più rilevante dell’agriturismo toscano, dove prevale l’agriturismo associato al
    turismo culturale e d’arte, quasi interamente agriturismo di collina, nelle sue varianti:
    • agriturismo associato alle correnti principali di turismo che orbitano intorno ai maggiori centri d’arte della regione;
    • agriturismo associato al turismo dei centri d’arte minori.

Questi agriturismi sono alimentati in gran parte dalla domanda turistica straniera canalizzata dagli intermediari del turismo. La loro caratterizzazione qualitativa, quindi, è dominata dagli alti livelli dei parametri oggettivi di tipo alberghiero.

Nella regione assumono un certo rilievo anche altri modelli di agriturismo che si sono forgiati in risposta alle variabili ambientali e alle possibili associazioni con il turismo d’altro tipo.

Essi sono:

  • l’agriturismo associato al turismo balneare;
  • l’agriturismo termale;
  • l’agriturismo nell’ambiente naturale dei parchi;
  • l’agriturismo montano, talora associato al turismo montano tradizionale, più spesso localizzato in aree montane decentrate rispetto alle principali correnti turistiche di ogni tipo.

Gli agriturismi di questo gruppo sono fruiti principalmente dall’utenza italiana, che a differenza di quella straniera si appoggia prevalentemente ai canali informali di comunicazione.
Essi ruotano intorno al modello di ospitalità dell’agriturismo canonico, vale a dire un’offerta la cui caratterizzazione qualitativa fa leva principalmente sui parametri oggettivi e soggettivi graditi al turista che assegna valore all’autonomo processo di ricerca delle mete (cucina tipica, vendita prodotti, possibilità di svago nell’azienda e nel territorio circostante, calore dell’accoglienza,
atmosfera agreste, solo per citarne alcuni).


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CARATTERI GENERALI E CONFINI DELLA TOSCANA

La Toscana situata nel cuore dell’Italia, all’inizio della penisola vera e propria, a mezza via tra le regioni settentrionali e quelle centro-meridionali, potrebbe essere considerata la più italiana tra le regioni italiane, ma nello stesso tempo essa è, forse, la meno italiana, perché ha uno spirito suo, un suo carattere, una storia che affonda le sue origini da lontano dai progenitori etruschi.

L’arco Appennino settentrione e a levante che ripara la regione, solo in qualche cima supera i 2000 metri, e  presenta un versante più ripido, in alcuni tratti addolcito dalla fitta copertura di faggi e dei castani.

Le pianure sono brevi bacini, allungati, per lo più nel senso meridiano e limitati dai rilievi che si staccano dalla catena principale. Esse sono talora più ampie ed eguali, e solo nelle vicinanze del Tirreno o in Maremma si stendono con la loro vegetazione più uniformi.

Il nome latino più antico per designare la Toscana fu quello di Etruria, cioè territorio degli Etrusci o Etrurii.
Più tardi nel basso medioevo, prevalse la voce Tuscia, e questa è la denominazione nella ripartizione di Diocleziano. Soltanto nel X secolo troviamo il nome Toscana a designare la Tuscia Longobarda.

L’antica terra etrusca ebbe una prima esatta delimitazione territoriale con l’ordinamento augusteo: essa si estendeva allora dalla Magra, presso Luni, e dall’Appennino Tosco-Emiliano, fino alle foci del Tevere.
Successivamente con Diocleziano creava la quinta regione, cioè la Tuscia et Umbria, con le invasioni dei barbari, la Toscana perse gran parte dei suoi territori, ma sopravisse sotto i Longobardi stessi e poi sotto i Franchi un ducato, che ebbe in Lucca la sua capitale e comprendeva gran parte del territorio Toscano.

In seguito i comuni poi e le Repubbliche segnarono l’avvento di un periodo luminoso ma tutt’altro che unitario della vita della Toscana che solo nel ‘500 con la signoria Medicea e il riconoscimento del Granducato, torna ad essere in massima parte una unità politica, comprendente tutta la Toscana attuale.
Dopo l’unità d’Italia e la riunione alla toscana della nuova provincia di Massa e Carrara, avvenuta nel 1871.

Entro i confini terrestri e quelli marittimi, la Toscana, che si presenta in forma triangolare, comprende una superficie di Kmq 22.990, incluse le isole (Kmq. 1330), oggi una delle regioni più estese in Italia.
La Toscana è compresa nell’Italia centrale, raggiunge a nord nell’Alta Lunigiana, quasi l’altezza di Bologna, mentre a sud si spinge fino a Viterbo, all'altezza del Gran Sasso d’Italia.
Dal punto di vista amministrativo è divisa in nove province, Firenze, Lucca, Pistoia, Massa-Carrara, Siena, Pisa, Livorno, Arezzo, Grosseto.

L’Appennino nel settore Emiliano-Romagnolo-Marchigiano, ha costituito in passato non solo un confine politico, ma una efficace barriera di separazione dalla Padania e con le Marche, che ha favorito l’autonomia storica toscana.
Già in epoca romana la catena Appenninica era stata riconosciuta come il più idoneo confine della settima regione, l’Etruria, nel Medio Evo, superato il periodo feudale , nel quale la montagna in sé costituiva un elemento di unità e di isolamento.

Carattere ben diverso da quello settentrionale e nord-orientale ha il confine toscano con l’Umbria e con il Lazio, diverso per motivi orografici, economici e storici. In questa parte, infatti, ad occidente dell’asse Appenninico, mancano una catena continua di rilievi o altri rilevanti fatti naturali che abbiano facilitato lo stabilimento di un confine secondo direttrici costanti.
Qui il confine, che taglia senza regola apparente, pianure interne e colline è risultati di compra e vendita tra Toscana e Papato e i diversi signori locali.
Anche in questo tratto il confine toscano abbia rappresentato, pur per altri motivi, un limite durevole ed efficace. Esso corre infatti ad una notevole distanza dai più vitali centri della storia della Toscana e delle regioni vicine, quali Firenze, Lucca, Siena, Roma e Perugia.

La Toscana è limitata per un gran tratto, circa un terzo dei suoi confini, dal mare Tirreno. Si sa che il mare pur essendo un limite naturale che a prima vista non lascia dubbi per la evidenza del suo tracciato e la per la funzione di distacco dalle altri regioni, può tuttavia fungere da confini in misura molto diversa secondo i casi, non lontano dalla costa sorgono le isole e l’Arcipelago: maggiore fra tutte à l’Elba, che dista solo dieci chilometri dalla terraferma, da cui la separa il canale di Piombino, ed è per estensione la maggiore isola italiana dopo la Sicilia e la Sardegna. Di minore ampiezza sono l’isola del Giglio, che sorge montuosa di fronte al promontorio dell’Argentario, e quella della Capraia, a nordovest dell’Elba. Circa con la stessa estensione hanno tra loro Montecristo e Pianosa, mentre assai più piccole sono l’isola di Giannutri, la più meridionale del gruppo, e quella della Gorgona, la più settentrionale, di fronte a Livorno.

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